Sentenza Acea, infuria lo scontro tra i candidati a sindaco

CASSINO. Infuria ancora in queste ore la polemica tra i candidati a sindaco a meno di un mese della consegna degli impianti idrici della città di Cassino ad Acea per effetto della sentenza della Consiglio di Stato che intima all’amministrazione comunale di procedere col passaggio della rete idrica all’ente privato.

In piena campagna elettorale la grana Acea surriscalda ancor di più il clima ma su un punto tutti i candidati sono d’accordo: la gestione dell’acqua di Cassino deve rimanere a Cassino, tuttavia ora la situazione si complica perchè a metà giugno scatta l’esecutività della sentenza con consegna coatta ad Acea degli impianti idrici da parte del Prefetto di Frosinone in caso di inottemperanza dell’amministrazione comunale.

L’accusato è il sindaco uscente Giuseppe Golini Petrarcone che mai si sarebbe augurato una gatta da pelare così a pochi giorni dal voto. Egli ribadisce ancora una volta che gli impianti di distribuzione dell’acqua non li restituirà nè in questa amministrazione nè nell’eventuale prossima. Inoltre lancia un impegno che coinvolga tutti gli altri candidati e che vede alla base la sottoscrizione di un patto di impegno a non cedere ad Acea gli impianti idrici del centro in funzione di una legge contenuta nella finanziaria 2015 in base alla quale i comuni che ricadono in parchi naturali o che abbiano delle sorgenti naturali possano mantenere la gestione dell’acqua.

Da parte degli altri candidati la risposta è picche: Carlo Maria D’Alessandro, candidato della destra, attacca l’operato di Petrarcone parlando di amministrazione inerte che non bada agli interessi della collettività avendo deliberatamente deciso di non presentarsi in giudizio per dare gli impianti ad Acea e proponendo nei primi 100 giorni di governo di revocare la delibera del ’96 che consegnava di fatto l’acqua alla società romana.

Sulla stessa lunghezza d’onda Francesco Mosillo, candidato di sinistra, che attacca il sindaco uscente parlando della presentazione di una una petizione da far firmare ai cittadini che diffidi il comune e il prefetto dalla consegna degli impianti ad Acea.

Tullio Di Zazzo, già sindaco di Cassino, non risparmia stilettate al concorrente alla poltrona di primo cittadino sostenendo che Petrarcone avrebbe dovuto parlare con atti durante la propria amministrazione e non con propositi pre-elettorali.

Neanche Giuseppe Marrocco, candidato del Movimento 5 Stelle, ha parole tenere verso Petrarcone sostenendo che il patto d’impegno adesso ha poco valore ma che avrebbe dovuto coinvolgere la cittadinanza in tempi non sospetti e non ora.

Infine il candidato di estrema sinistra Vincenzo Durante non usa mezzi termini nel dire di non voler salvare il “di dietro” al sindaco uscente in palese difficoltà.

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