Da Vedere a Cassino

Abbazia di Montecassino.

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Adagiata sulla vetta dell’omonimo monte, l’abbazia domina la vallata sottostante da un’altezza di 516 metri. Insieme al monastero di Santa Scolastica, quello di Montecassino, rappresenta il più antico di Italia e può essere considerato come la culla del monachesimo occidentale. Visibile nitidamente da chilometri di distanza questo trovò sempre la forza di rigenerarsi malgrado le funeste vicende che la sua storia gli riservò, mettendolo davanti a saccheggi e distruzioni. Eretto da Benedetto da Norcia nel 529 che trasformò il tempio pagano di Apollo in un monastero cristiano, l’abbazia non ebbe una vita facile: complice la sua posizione morfologicamente favorevole a prestarsi a scopi difensivi, subì distruzioni da parte dei Longobardi, Saraceni e molto più recentemente degli alleati anglo-americani nella seconda guerra mondiale dove fu teatro di una della battaglie più sanguinose del conflitto. In più dovette fronteggiare anche calamità naturali come il terribile terremoto del 1349 che distrusse gran parte della città di Cassino e insieme ad una discreta parte del monastero stesso. Nonostante il travagliato passato l’abbazia di Montecassino conserva intatto il fascino antico grazie all’opera dei numerosi monaci che seguono fedelmente tutt’oggi la regola benedettina “Ora et Labora” scandendo la giornata come un tempo. Il chiostro di ingresso e quello del Bramante sono i due punti di accesso della struttura che tramite delle ampie scalinate portano alla Basilica dove riposano i resti mortali di San Benedetto e Santa Scolastica custoditi nell’Altare Maggiore. La cripta è tutta da scoprire ornata con una serie di mosaici dorati che la impreziosiscono; ma il fiore all’occhiello è rappresentato dal museo dove i quadri, i manoscritti e gli antichi testi rendono merito alla visita; infatti sono migliaia i turisti che ogni anno si recano a Montecassino per respirare la tranquillità, la storia e la sacralità di un luogo dal fascino senza tempo.

Tomba di Ummidia Quadratilla.

Tomba di Ummidia Quadratilla

Situata alle pendici di Montecassino, incastonata in quella che era la vecchia Casinum, si possono ammirare i resti del mausoleo di Ummidia Quadratilla. La matrona cassinate lo costruì a proprie spese e lo donò agli abitanti dell’attuale Cassino insieme all’anfiteatro romano come dimostrato da una scritta ritrovata su una lapide nel 1757 che recita “Ummidia C.F. Quadratilla anphitheatrum et tem plum Casinatibus sua pecunia fecit” (Ummidia Quadratilla, figlia di Caio, fece costruire l’anfiteatro e il tempio per i Cassinesi a sue spese). Tuttavia la natura del mausoleo è incerta e dibattuta: inizialmente si pensava che il mausoleo fosse il tempio di cui sulla lapide ma l’ipotesi non era suffragata dai fatti dato che la pianta a croce greca, con bracci simmetrici, ad arco piuttosto ribassato e volta perfettamente circolare e senza finestre (salvo quattro feritoie in corrispondenza dei bracci) facevano escludere la tesi del tempio, facendo, invece, propendere per una cripta o tomba gentilizia: lo confermerebbero analoghi esempi di tombe romane e soprattutto la struttura a cripta sotterranea senza finestre, accessibile dall’esterno della città tramite un dromos. L’abbaglio prese corpo perché la tomba di Ummidia Quadratilla fu riconvertita nei secoli seguenti in chiesa e ne fu edificata un’altra nelle sue immediate vicinanze in omaggio a S. Nicola da Bari, poi rinominata al Santo Crocefisso, di cui oggi possiamo ammirare ben poco a causa dei bombardamenti del secondo conflitto mondiale.

Rocca Janula.

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Fu edificata dall’abate Aligerno nella seconda metà del X secolo, il suo nome probabilmente deriva dal Dio Janus (Giano) che avrebbe avuto luogo di culto proprio sul colle ove sorge la struttura; Janula in latino sta a significare “piccola porta” e il suo appellativo si è inteso come porta per Montecassino. Nata a scopi puramente difensivi sia nei confronti della città che dell’abbazia, la Rocca Janula, attraversò tutte le vicissitudini della città di Cassino. È situata su un colle adiacente a Montecassino ad un’altezza di 187 metri ed è costituita da una torre che domina la città e dalle sue mura a protezione, è stata duramente provata dal secondo conflitto mondiale dove i bombardamenti alleati l’hanno segnata parzialmente. Proprio negli ultimi mesi è stata ristrutturata e riconsegnata nuovamente alla cittadinanza in un rinnovato splendore.

Terme varroniane.

Terme varroniane

Incastonate nel cuore della città, le terme prendono il nome dalla sontuosa residenza di Marco Tullio Varrone, erudito scrittore latino, politico e militare romano che fece costruire la sua dimora in riva alle sorgenti del fiume Gari in un punto già conosciuto in epoca romana per le caratteristiche benefiche delle proprie acque. Secondo Marco Tullio Cicerone presso la villa di Varrone si sarebbero consumati alcuni degli incontri amorosi del Marco Antonio. Qui, oltre al passaggio del fiume Rapido, sgorgano migliaia di sorgenti che costituiscono la zona sorgentizia più grande d’Italia e fra le primissime in Europa. In un contesto naturalistico davvero suggestivo costituito da una lussureggiante vegetazione con salici piangenti che spiovono sui corsi d’acqua, le terme varroniane possono vantare acque classificate come bicarbonate medio-minerali fredde, diuretiche ed indicate per varie patologie gastriche, renali ed epatiche, nonché per alleviare la gotta. Attualmente l’area, dotata di camping internazionale, area picnic e parco termale privato, viene sfruttata per feste, concerti ed eventi di diverso genere.

Monumento alla Pace.

Nato dal genio dello scultore Umberto Mastroianni, il Monumento alla Pace è sistemato nella centralissima Piazza XV febbraio e affronta il dramma della distruzione di Cassino e Montecassino della Seconda Guerra Mondiale. Simboleggia l’esplosione di una bomba tramite un groviglio di elementi tubolari stirati, attorcigliati, ripiegati su se stessi che sfuggono dal loro nucleo rappresentanti efficacemente la deflagrazione dell’ordigno sia in senso materiale che figurativo.

Monumento ad Enrico Toti.

Monumento ad Enrico Toti

Rende omaggio all’eroe di origini cassinati Enrico Toti, soldato caduto nel contesto della Prima Guerra Mondiale a Monfalcone nel 1916. Questi, nonostante fosse già ferito da diversi colpi e provato dalla perdita di una gamba che lo costringeva a muoversi con l’ausilio di una gruccia, nel tentativo di conquistare metri di terreno poco prima di spirare colpito mortalmente al volto, scagliò la propria stampella verso il nemico baciando il proprio piumetto. Fu decorato della Medaglia d’Oro alla memoria. La statua è posta nella centralissima via Marconi ed è realizzata dallo scultore Egidio Ambrosetti.

Anfiteatro romano.

Sorse per volontà della matrona Ummidia Quadratilla nel I secolo d.C. presumibilmente per ospitare battaglie fra gladiatori o fra questi e delle bestie feroci; l’abbondanza d’acqua della città ha fatto supporre anche a battaglie navali possibili grazie ad un sistema di riempimento dell’anfiteatro stesso. Questo differisce dalle altre costruzioni simili: parte della cavea sfrutta il pendio del monte mentre solo parte di esso è protetta da muratura. Sulla parte superiore della muratura si installavano dei pali per il velario, una copertura per proteggere la struttura dal sole. Il monumento ha pianta ellittica; la cavea è ricavata incidendo la roccia, mentre il resto della struttura poggia su strutture con murature a volta. La suggestiva struttura conta cinque ingressi distinti. Il quartiere che sorge ai piedi dell’anfiteatro, proprio per la presenza di questo, è chiamato Colosseo.

Teatro romano.

Risalente all’epoca augustea (27 a.C.-14 a.C.), è di forma semicircolare come tutti i teatri greci e romani. Ha la cavea appoggiata al declivio del monte che scende ad imbuto fino al piano dell’orchestra, sempre di forma semicircolare. Di fronte alla cavea si innalzava la scena (l’originale è andata persa), una complessa struttura in muratura in cui, tra nicchie, colonne e statue, si aprivano tre porte e alla quale si appoggiavano tutte le strutture accessorie del palcoscenico. Tra le statue che ornavano il teatro dovevano spiccare quella di Ottaviano Augusto, di cui si conservano al museo un cospicuo frammento del capo, un braccio ed una spalla drappeggiata , e le statue di Lucio e Gaio Cesare, figli di Ottavia, sorella di Augusto e di Agrippa. Conta tutt’oggi circa 3 mila posti a sedere ed è un suggestivo sfondo di concerti, riproduzioni cinematografiche e teatrali.

Parco archeologico di Casinum.

Il parco archeologico sorge ai piedi di Montecassino. L’area comprende i resti di Casinum, si articola in una serie di terrazzamenti percorsi da strade parallele tra loro. Il parco archeologico prevede un percorso attraverso il quale si osservano le mura megalitiche, la Porta Capuana, l’anfiteatro, il cosiddetto mausoleo di Ummidia Quadratilla, il teatro, il ninfeo, passando per più tratti su strada basolata.

Porta Capuana.

Situata sulla via Nova questa prendeva tale denominazione per il fatto che dava accesso a Casinum arrivando dalla direzione di Capua. Ragioni e funzioni analoghe per Porta Romana della quale, purtroppo, non abbiamo resti a causa dei bombardamenti.

Ninfeo Ponari

Si trova nella zona mediana dell’antica Casinum. Si tratta di un edificio datato I secolo d.C. Il ninfeo risulta semi-incassato nel terreno e coperto da una volta a botte a sesto ribassato, presenta una pianta rettangolare, chiuso su tre lati e completamente aperto su quello frontale. Le tre pareti sono movimentate dalla presenza di nove nicchie a pianta rettangolare e copertura piana.

Mura Megalitiche

Il centro abitato di Casinum era circondato da una vasto circuito murario di circa 4,5 km. Oggi, all’interno del parco sono visibili due muraglie identificabili come costruzioni antecedenti all’epoca romana e risalenti al V-IV secolo a. C. Sono inoltre visibili i resti di un terzo anello, che si trova al di sotto dell’abbazia, anch’esso in opera poligonale, con funzione di sostruzione degli edifici preesistenti.

Sacrario del Commonwealth

Denominato più semplicemente cimitero inglese, questo si trova nei pressi del polo universitario di Cassino nella parte ovest della città. Vi riposano i soldati dei paesi del Commonwealth caduti nella battaglia di Montecassino durante la Seconda Guerra Mondiale. Vi sono 4.266 tombe di militari provenienti dagli attuali Regno Unito, Canada, Australia, Nuova Zelanda, Sudafrica, India e Pakistan ed un soldato dell’Armata Rossa. Ben 284 di questi militari non sono stati identificati.

Sacrario polacco.

Giace in una conca naturale dietro l’altura dove si erge l’abbazia, fu costruito dagli stessi soldati polacchi ed inaugurato all’inizio di settembre del 1945. Raccoglie le spoglie dei soldati del II Corpo d’armata polacco che combatterono eroicamente a Montecassino nel maggio del 1944. Al suo interno sono seppellite le salme di 1078; una parte del sacrario è riservata ai soldati di religione ebraica arruolati nel corpo.

Sacrario tedesco.

Inaugurato ne 1965, sorge su una collina, denominata Colle Marino, in località Caira nella parte est della città. Il sacrario raccoglie non solo le salme dei soldati tedeschi morti a Montecassino, ma anche quelle ritrovate e riesumate nei cimiteri di guerra provvisori del sud Italia configurandosi come il più grande e importante cimitero di guerra tedesco in Italia. Vi riposano più 20000 persone, molti i militi ignoti.

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