Storie di tenacia, ecco quella di Giuseppe Campoccio: dall’invalidità ai record italiani

CASSINO. Quando la tenacia e la voglia di combattere superano le avversità di una vita tutt’altro che in discesa, ecco che ne esce fuori un racconto di vita vera che assume i tratti della favola. Questa è la storia del Tenente Colonnello Ruolo d’Onore genio guastatore Alpino Giuseppe Campoccio, appartenente al Gruppo Sportivo Paralimpico di Difesa in qualità di atleta paralimpico nelle discipline del peso, disco, giavellotto e categoria F34 (concernente atleti con cerebro lesione moderata).

Nativo di San Candido, proviImmaginebgtncia di Bolzano, nel 1966 ma residente a Cassino da molti anni, Campoccio nel ’91 in seguito ad un grave incidente occorsogli durante un’esercitazione, veniva posto in congedo per causa di servizio e, successivamente, gli veniva riconosciuta da parte del Ministero della Difesa, la medaglia di ferito in servizio ed il Ruolo d’Onore. Ma i riconoscimenti Campoccio voleva sudarseli in competizione, così nel 2015 entrava a far parte del Gruppo Sportivo Paralimpico Difesa.

Appassionato di sport fin dalla giovane età, praticava per circa venti anni le discipline del karate, stile Shotocan, e del pugilato categoria +91 Kg. Nonostante la grave invalidità, partecipava ai Campionati Italiani di Atletica Master categoria M45 –competizione per normodotati- svoltisi a Cassino nel giugno 2015  riportando un egregio 4° posto nel lancio del peso, un 5° posto in quello del disco ed ancora un 5° posto ancora nel giavellotto.

Nell’agosto 2015, a causa di un’infezione ossea, riportava una cerebro lesione che comprometteva la funzionalità del braccio e della gamba sinistra impedendogli di deambulare e costringendolo sulla sedia a rotelle.

Ma dove non arrivavano gli arti, arrivava la sua incredibile forza di volontà e, nonostante gli ostacoli messi in campo dalla sorte, questi non riuscivano a domare lo spirito battagliero del cassinate d’adozione che continuava a f20160702_130037are sport ad alti livelli occupandosi, al contempo, anche del sociale per l’integrazione del “mondo dell’Handicap”. Intanto gli veniva conferita la cintura nera I° Dan Karate, stile Shotokan.

E da lì l’ascesa era inarrestabile: veniva selezionato per partecipare agli “Invictus Games 2016” ad Orlando in Florida, Olimpiadi per Militari feriti in servizio, ma era costretto a declinare per motivi di salute.

Tuttavia prendeva parte il 2 giugno scorso con il Gruppo Sportivo Paralimpico Difesa, alla parata per la Festa della Repubblica e partecipava a diversi eventi sportivi di atletica paralimpica a carattere nazionale ed internazionale ottenendo straordinari successi: nel marzo 2016 ai Campionati Italiani Indoor di Ancona conseguiva 3 medaglie d’oro e 3 record Italiani nel peso 7,58 mt., giavellotto 18,30 mt. e disco 19,04 mt. Ad aprile 2016 al Grand Prix internazionale di Grosseto portava a casa  due  secondi posti: nel peso (con nuovo Record Italiano 8,18 mt) e disco.

Nel maggio sempre di quest’anno, faceva segnare altri record tricolore al CDS FIDAL Lazio: peso 9,05 mt; disco 19,64 mt e giavellotto 21,43.

Gli venivanoImmaginekihgbljjbvbhjk conferite onoreficenze anche fuori dalle competizioni: medaglia del 70° anniversario della costruzione di Cassino, “per meriti sportivi, per alte doti umane, per portare il nome di Cassino con orgoglio in Italia e nel mondo”.

Ma anche il mese di luglio è stato prolifico per l’atleta altoatesino che ha appena portato a casa 3 medaglie d’oro, 3 titoli italiani e 2 nuovi record italiani nel peso (9,12 mt.) e nel disco (20,21 mt.) ai campionati italiani assoluti paralimipici, guadagnandosi unanimi consensi da parte dello staff tecnico e del presidente della FISPES, Sandrino Porru. Gli viene consegnato, inoltre, il prestigioso trofeo “Renato Misturini” quale “miglior atleta dei campionati italiani assoluti paralimpici”. Ma sono ancora tanti i sogni da realizzare del cinquantenne dalla scorza dura, che ora punta già i prossimi obiettivi.

Questa è la storia di Giuseppe Campoccio che è un vero e proprio inno alla vita: una sorte poco benevola non ha potuto togliergli né il sorriso né il successo.

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