Serie D – Un Cassino bello a metà con problemi vecchi ed uno nuovo

di Simone Tescione

La sconfitta patita al Partenio –Lombardi di Avellino riaccende i riflettori sui vizi e sulle virtù del Cassino di quest’inizio di stagione.

CASSINO. Un attacco che dà l’impressione di poter andare a segno con disinvoltura, o quasi, controbilanciato da una difesa tornata nuovamente ballerina e priva di certezze. Certo, per quel che riguarda quest’ultima, sul piatto della bilancia va messo soprattutto il peso specifico dell’avversario che, forse, rappresenta l’organico maggiormente attrezzata al salto di categoria. Eppure il Cassino, seppur meritando la sconfitta, non ha sfigurato come racconta il 3-0 finale, risultato apparso una punizione troppo severa per quanto visto sul sintetico campano. Immaginare di andare in terra irpina e fare la partita sarebbe troppo, ma la tattica di Urbano poteva pagare dividendi: il tecnico pedemontano ha impostato la sfida aspettando i lupi nella propria metà campo e cercando di azzannarli al fianco scoperto. Intenti biancazzurri che sono stati frustrati solo da un tantino di approssimazione in zona gol da parte di Ricamato e Prisco che hanno avuto sui piedi le migliori occasioni della prima frazione di gioco. Nella ripresa la magia di Tribuzzi scompaginava i piani benedettini fino alla sentenza definitiva emessa dal rosso a Brack e dal conseguente rigore realizzato da Sforzini che (già a mezz’ora dalla fine) faceva calare il sipario di una gara che regalava ancora la marcatura di Carbonelli agli avellinesi proprio sui titoli di coda del match.

Francesco Marcheggiani

La sconfitta ad Avellino ci può stare, per carità, ma adesso il Cassino deve essere bravo a ripartire subito per non far scappare via le primissime posizioni lavorando sui propri problemi che in questo momento sono essenzialmente due: la vulnerabilità difensiva e il ruolo di Marcheggiani che come attaccante di sinistra del 4-3-3 appare sacrificato in una posizione che lo allontana dalla rete limitandone la pericolosità.

Il capitolo difensivo merita un approfondimento anche col conforto dei numeri: con quello di domenica scorsa sono 4 i rigori causati dal Cassino in 7 gare ufficiali (contando, quindi, anche la Coppa) che hanno portato ad incassare 3 delle 8 marcature al passivo. Un dato che fa riflettere perché significa che si è concessi agli avversari una occasione dagli undici metri ogni 157 minuti di gioco, ogni tre tempi e mezzo di gioco. Se a questo si aggiunge una tenuta non proprio eccellente del reparto, allora ecco che si spiegano anche in questo modo le due sconfitte in 5 gare di campionato del Cassino. Sì, perché nei kappaò contro Artena e Avellino ci sono gli zampini delle massime punizioni a pesare sugli esiti.

Koen Brack

Prima della trasferta in Campania la formazione di Urbano aveva palesato progressi sensibili nel settore arretrato (seppur contro avversari più alla portata come Anagni e Ostia) che comunque avevano dato l’impressione di un certo miglioramento in retroguardia specie alla luce dell’esiguo numero di occasioni concesse. Domenica scorsa l’assenza di Nocerino si è sentita ma difficilmente spiega le amnesie in terza linea: Brack al netto dell’errore madornale nel raddoppio biancoverde è apparso poco affidabile al pari di Mannone anch’egli costante affanno.

Ma nelle ultime gare si sta proponendo un nuovo problema in avanti: Marcheggiani non rende al meglio da punta esterna di sinistra dell’attacco a 3 in linea. L’ex Rieti non ha il passo guizzante della punta esterna capace di puntare e saltare l’avversario, alla Tribelli per intenderci, ma più un animale da area di rigore dove tramuta in gol una buona percentuale dei palloni che gli transitano in zona. Con il defilarsi viene meno il suo essere letale sotto rete e non sembra essere un caso che negli ultimi tre match la punta ternana abbia tirato poco, molto poco, in porta. Il gioco lontano dallo specchio ne limita il tasso di letalità e non appare casuale neanche il fatto che manchi dal tabellino marcatori dalla seconda giornata di campionato quando andrò in gol su rigore contro l’Artena dopo la tripletta dell’esordio ad Anzio. La zona centrale dell’attacco è occupata dal più fisico Prisco, per cui Urbano sta studiando soluzioni che avvicinino l’attaccante umbro al bersaglio grosso. Una di queste è lo ‘scivolamento’ (quando si attacca) dell’intermedio sinistro, Tirelli nella fattispecie, in posizione più alta in modo da schiacciare Marcheggiani verso la porta sfruttandone appieno le caratteristiche.

Un’occasione per provare questi meccanismi potrebbe essere l’incontro di Coppa Italia previsto per domani a Giulianova contro il Real, gara secca valida per i sedicesimi di finale della manifestazione tricolore di Serie D.

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