Calcio. Europeo, quando la presunzione prende il posto dell’umiltà si rifanno le valigie

di Simone Tescione

CASSINO. Affinché siamo stati umili ce la siamo giocata con tutti, quando poi è venuta fuori la spavalderia, ecco che, forse, il Dio del calcio ci ha preso per un orecchio e cacciato fuori dall’Europeo: certe cose questa Italia non se le può permettere.

Una competidownload (6)zione nella quale questa Italia può ricondursi al profilo calcistico di Parolo: mezzi tecnici appena discreti ma impegno e tanta, tanta tantissima corsa accompagnata da una tatticità di un allenatore, Antonio Conte, che se non è il primo al mondo, poco ci manca. Una nazionale da “testa bassa e pedalare” non può concedersi il lusso di peccare di presunzione davanti ai Campioni del Mondo, ma non tanto per loro in senso stretto, che avranno tirato in porta 2-3 volte in 120′, ma proprio perché abbiamo svestito i panni umili che ci avevano portati fin lì: il balletto di Zaza prima del tiro e lo scavetto mimato da Pellè a Neuer sono cose che questa Italia non può permettersi perché non sei grande ma ti ci atteggi, e questa presunzione si è pagata. Certo, i rigori si sbagliano e, a quanto pare, anche gli atteggiamenti prima di calciarli. Pure Baggio e Pirlo i penalty li buttavano fuori ma non spavaldeggiavano prima, e loro sì che se lo potevano pdownload (7)ermettere.

Poi è chiaro doveva succedere. Prima o poi la legge dei grandi numeri ci avrebbe colpito. Per il resto la solita granitica Italia “contiana”, l’assenza di De Rossi si è sentita ma non troppo, Sturaro correva ovunque ed a un certo punto ce lo siamo trovati anche in piazza, in pizzeria o al bar dai quali tifavamo azzurri. Il blocco Juve ha bloccato pure la superpotenza tedesca lì dietro. Parolo è sembrato anche a suo agio da regista mentre Florenzi e De Sciglio avranno percorso qualche 50 chilometri a testa. A proposito, ma De Sciglio è lo stesso del Milan?

Bisogna dare merito, dunque, a questa Italia che è arrivata ad uscire solo ai rigori contro una formazione nettamente superiore. Se si scorrono i nomi dalla cintola in sù dell’11 germanico ecco che c’è da avere i brividi: Kroos, Muller, Özil, Gomez fanno paura. Meno male che dietro non sono il massimo, dimostrandolo con la versione tedesca di Boateng che scambiava il calcio per il volley, ed in piena area (e in piena confusione) faceva muro su una spizzata azzurra permettendoci di riequilibrare il match.

Ma a noi tanta gloria non serve perché adesso siamo fortissimi. Scavetto?

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