Ugl segnala anomalie Asl Frosinone e scrive a Mattarella

Una lettera aperta al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella da parte dell’UGL per segnalare i fattori che impediscono alla sanità ciociara di avere stabilità e allontanano i giovani dalle istituzioni.

CASSINO. Ad inviarla alla massima autorità dello Stato è la responsabile dell’Ugl Sanità, Rosa Roccatani, che pone l’attenzione su alcuni temi, a cominciare dall’anomalia della Asl di Frosinone dove c’è un commissariamento che dura da circa 3 anni: «Dilaga l’illegalità – scrive la Roccatani – mentre scema sempre più la sicurezza e la certezza del diritto, salta finanche l’obbligo del rispetto delle leggi dello stato, tutto nel silenzio assordante delle istituzioni. Un esempio di questa situazione lo rappresenta in pieno l’attuale Presidente della Regione Lazio e Commissario ad acta della sanità, che mentre sbandiera pubblicamente il superamento del disavanzo, anziché nominare un Direttore Generale e dare stabilità alla sanità ciociara, imperterrito conferisce e mantiene lo stato di Commissariamento della ASL di Frosinone, affidando l’incarico a un soggetto in quiescenza ultrasettantenne».

ArtattooLa legge non prevede la possibilità di offrire incarichi dirigenziali o direttivi o cariche di governo delle amministrazioni a soggetti collocati in quiescenza. Zingaretti ha però sfruttato una circolare che escludeva i commissari straordinari nelle situazioni di emergenza: «L’UGL Sanità – si legge nella missiva – si chiede: è da definirsi eccezionale e temporaneo, un commissariamento della durata di circa 3 anni? Ulteriori perplessità sorgono al sindacato e all’intera cittadinanza, sulla legittimità dei procedimenti attuati da Macchitella, in quale nella veste di Commissario Straordinario procede alla stesura dell’Atto Aziendale nonché a provvedimenti di natura straordinaria. A fronte di ciò – continua la lettera – impotenti assistiamo quotidianamente:

1. Alla rassegnazione di molti giovani che vedono come unica futura speranza l’emigrazione;

2. Il disperato bisogno di uomini e donne di un lavoro che non c’è;

3. Il rischio concreto della perdita del posto di coloro che ancora lavorano, (è di questi giorni l’annunciata dislocazione in Bulgaria dell’Ideal Standard lasciando nella disperazione circa 500 famiglie);

4. Ai miseri salari percepiti da tanti lavoratori, spesso al disotto dei 500 euro mensili;

5. Alla oramai istituita precarietà lavorativa;

6. All’inevitabile instaurata sudditanza e asservimento oramai tangibile, che spazza qualsivoglia senso di libertà e dignità negli uomini e donne giovani o anziani. Dunque, illustrissimo e stimato Presidente, non è facile restaurare quella molteplicità di sentimenti patriottici di una Italia da tempo in svendita che lei aveva richiamato nel messaggio di fine anno».

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