Spettacolo, intervista a Zibba esibitosi ieri a Coreno Ausonio. Stasera Modena City Rambles a Cervaro
di Barbara Gigante
CASSINO. Il maltempo non ferma l’estate, né la musica che immancabilmente l’accompagna. Ancora molti i concerti che ravvivano le notti della provincia di Frosinone: questa sera i Modena City Ramblers porteranno sul palco di piazza Casaburi a Cervaro il loro “combat folk”, ispirato alla musica irlandese, che piace ai ragazzi e diverte i più grandi. Al Freedom di Coreno Ausonio, invece, ieri sera si è esibito Zibba che ha dato prova che il cantautorato italiano è vivo e gode di ottima salute. Il suo “Universo Tour” ha fatto tappa in un ambiente semplice e amichevole, dove i presenti, rapiti dall’espressività musicale dei membri della band e dall’intimità delle canzoni dell’artista, hanno ascoltato partecipi il concerto di due ore circa. L’inconfondibile timbro vocale di Zibba ha scaldato la saletta, con brani suoi e altri scritti a quattro mani con artisti amatissimi esponenti del genere, come Niccolò Fabi o Giuliano Sangiorgi. E sulla strada per arrivare da noi, di ritorno dalla Sicilia, ha anche scritto una nuova canzone!
Il cantautore ha scambiato due interessanti battute a nostri taccuini al termine della suaesibizione.
Zibba, la tua band ha un nuovo assetto. Su cosa hai ritenuto di dover intervenire?
«In realtà è stato il naturale andamento delle cose. Siamo rimasti in tre dopo varie scissioni, dovute a motivi diversi, sia personali che lavorativi. Abbiamo deciso di proseguire così come siamo per affiatarci ancora di più in vista del prossimo album. Con Andrea siamo cresciuti insieme, sono vent’anni che suoniamo, direi che sono fortunato».
Settimo album, hai portato il tour in tantissime città italiane, ma ti ha lasciato qualcosa venire qui, oggi?
«Il Freedom è un posto felice per il cuore. Antonio è una persona come se ne incontrano poche, con una passione smodata per la musica. Quindi conta davvero poco in serate come questa che non ci sia la perfezione acustica, l’importante è sapere di essere qui, insieme, e che al centro d’Italia, nel basso Lazio, per noi c’è un pezzo di casa».
Come nascono le tue canzoni? Quanto la tua vita personale influisce nella loro composizione?
«Al 100%. Sono autobiografico, anche quando parlo di qualcos’altro sto parlando di me, è inevitabile. Questa è una vita complicata, molto difficile, si è sempre in giro, lontano da casa. Sicuramente più fai cose e più ne capitano, quindi le canzoni nascono da sole, in realtà non è che le ricerco. Oggi ne ho scritta una in furgone, mentre ero di strada, e anche se non l’ho ancora mai suonata io nella mia testa ce l’ho già finita e so che mi piacerà. Ha già un titolo? Come la riconosceremo? No non ha ancora un titolo, ma a un certo punto dice “possiamo essere quello che vuoi”, e questa è una cosa che mi piace tanto».