Salute, anche la birra fa bene al cuore. Lo dicono i ricercatori Neuromed

Il professor De Gaetano
Il prof. De Gaetano, IRCCS Neuromed

CASSINO. Che un consumo moderato di vino faccia bene, è ormai storia nota che rientra nella cultura popolare da tempo; ma che un gradino sotto al nettare degli Dei, in un’ideale graduatoria delle bevande utili ad allontanare il rischio cardiovascolare, rientri anche la birra, è una notizia sorprendente che rallegrerà non poco lo spirito degli amanti della bionda.

Sono questi i risultati di una ricerca prodotta dal Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione dell’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli, i quali risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Nutrition, Metabolism and Cardiovascular Diseases. Questi hanno riconosciuto, nel consumo regolare e moderato di birra, dei fattori di protezione cardiovascolare simili a quelli del vino in un contesto che ne escluda tassativamente l’abuso. In termini non aleatori, la quantità ideale di birra da consumare al giorno sarebbe riconducibile ad una lattina, una 0,30, per godere degli effetti benefici.

“E’ importante precisare – afferma Simona Costanzo, ricercatrice dell’IRCCS Neuromed e tra i promotori del documento in un’intervista a colibrimagazine.it – che quando ci si riferisce al consumo di birra (e di bevande alcoliche in generale) bisogna innanzitutto stigmatizzare categoricamente il consumo eccessivo e la pratica del binge drinking (il bere esageratamente in singole occasioni, ad esempio durante il weekend), abitudini sempre dannose per l’organismo. Invece un consumo moderato e regolare di birra, inserito nel contesto di una dieta salutare, con uno stile di vita sano fatto anche di attività fisica, non risulta avere effetti dannosi e si dimostra anzi capace di diminuire il rischio di patologie cardiovascolari”.

“Il nostro documento, oltre alla valenza internazionale – aggiunge Augusto Di Castelnuovo, ricercatore epidemiologo dell’IRCCS Neuromed – vuole essere un utile punto fermo nella visione del ruolo del consumo di birra sulla nostra salute. Per prima cosa, evidenzia come il consumo eccessivo di qualsiasi tipo di bevanda alcolica sia senza dubbio dannoso, con gravi danni a diversi organi e apparati del nostro organismo. Non c’è ragione, invece, di invitare a smettere di bere chi ha l’abitudine di consumare birra moderatamente, né d’ altra parte incoraggiare gli astembirra2i a iniziare a bere. Vorrei sottolineare inoltre che il bere alcol, di qualsiasi tipo, non deve essere concesso a giovani e giovanissimi, alle donne in gravidanza e naturalmente a chi ha patologie per le quali l’alcol può essere un fattore aggravante”.

“Birra e vino – conclude Giovanni de Gaetano, Direttore del Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione dell’IRCCS Neuromed e coordinatore della ricerca – sono bevande alcoliche fermentate. Sono diverse dai superalcolici o da altri drink elaborati. Anche le ricerche scientifiche mostrano queste differenze in termini di effetti sulla salute. Il quadro che emerge dal nostro documento e dagli studi su cui esso si basa, è quello di due aspetti molto diversi tra loro: da un lato c’è la bevanda alcolica consumata moderatamente durante i pasti, momento conviviale, qualcosa che fa parte di molte culture. Dall’altro c’è quel bere con cui si vuole solo ingerire alcol, tipico dell’abuso che spesso caratterizza il consumo di superalcolici”.

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