Roma – Sabato mostra “Mediterrando” al Museo Crocetti

Si inaugura sabato 17 febbraio alle ore 17.00 negli spazi del Museo Venanzo Crocetti, a Roma, la mostra “Mediterrando”, dedicata alla ricerca pittorica più recente e intensa di Mariangela Calabrese.
Inquietudine Nascosta

Venti opere selezionate da un nucleo molto più nutrito ma che segnano, probabilmente, uno dei momenti centrali del percorso narrativo dell’artista di origine salernitana.

La mostra Mediterrando è prologo e approdo di un viaggio metaforico nel nostro mondo confidenziale e velato tra i frammenti dei territori dell’anima; ma è anche contenitore di quelle emozioni che raccontano la speranza e il dramma dei percorsi dei migranti, come inizio ed esito di un tragitto in cui cogliere i concetti chiave del progetto: viaggio, legame, distacco, lotta, salvezza, ritorno…

Questi i temi principali, dove una concessione formale aperta – sollevata da reminiscenze figurative, che arriva a riferimenti visivi di Rothko, di Klein, di Twombly quali informazioni di energia ideativa, vitale e passionale – suggerisce colori intensi, info tematiche ed approfondimenti per rilevare i frammenti delle nostre inquietudini. Per creare un itinerario simbolico ed espressivo che va dall’aria alla terra, fino all’acqua, librandosi e incrociandosi fra i tre elementi.

«Forme e colori si stagliano sulla tela per disegnare lo spazio – scrive i Prof. Marcello Carlino, Università La Sapienza di Roma– così come accade nella nostra “superficie” interiore, ovvero nella sensibilità emozionale di ognuno. Un continuo moto ondoso sospinge la pittura di Mariangela Calabrese, facendola fluire come corrente da riva a riva. La materia cromatica s’addensa, attratta verso il centro, e calamita i segni, che s’aggrumano e fanno vortice e tempestano; eppure è costante un dilatarsi su rotte centrifughe, finché la materia, resa diafana, ossimoricamente si sostanzia di immaterialità e avvista i lidi dell’altrove.

Si ha il sentore di lenti processi effusivi, scanditi sul ritmo di una risacca; e tuttavia a volte si ascolta il ruggito rosso-sangue del mare. Il colore, periodicamente, si schiarisce sperimentando i toni dell’azzurro e del bianco: e allora prende di acqua e prende di aria questa pittura, che assomiglieresti a un che di liquido e di aereo al tempo stesso, fasciato di silenzio in un’atmosfera sospesa…».

Rocco Zani, critico d’arte cassinate, sottolinea come l’artista affidi al silenzio «Il respiro di un colore che non è conforto o barlume occasionale, piuttosto smisurata inclinazione alla ricerca dell’essenza e dell’essenziale. Senza esagerare direi che la sua biacca remota, il suo blu, il rosso argilloso sono oggi sillabario mai stagnante di una narrazione che si fa giorno dopo giorno itinerario “consueto” della sua presenza artistica, della sua sostanza».

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