Relazione criminalità organizzata DIA Basso Lazio: “Immutati assetti criminali”
E’ uscito il rapporto della direzione investigativa antimafia (DIA), del Ministero degli Interni, che fa il punto sulla situazione della criminalità organizzata in tutta Italia descrivendo anche la situazione del Lazio e basso Lazio nello specifico.
CASSINO. La situazione del basso Lazio è rimasta sostanzialmente invariata, si legge dalla relazione del primo semestre del 2017. «Permangono immutati gli assetti criminali e la considerazione che la Camorra trovi, nel territorio laziale – in primis a Roma, nel suo hinterland e sul litorale, nel Sud Pontino e nel frusinate – il terreno ideale per riciclare denaro e farvi confluire ingenti quantità di stupefacenti. Gli ambiti maggiormente interessati da tali infiltrazioni si individuano nella gestione di esercizi commerciali, anche del centro storico della Capitale, nel mercato immobiliare, servizi finanziari e di intermediazione, gestione di sale giochi, appalti pubblici ed edilizia, nonché da ultimo lo smaltimento di rifiuti. Si tratta di attività per la realizzazione delle quali si rivela determinante la rete di relazioni con professionisti, operatori economici, esponenti delle pubbliche amministrazioni e del mondo della finanza. I riscontri investigativi attestano, sempre più frequentemente, l’operatività di cartelli compositi, di cui fanno parte affiliati a clan di camorra, a cosche calabresi ed a sodalizi autoctoni, attivi nelle estorsioni, nell’usura, nel traffico di sostanze stupefacenti, nella ricettazione e nel riciclaggio.
Il territorio laziale rientra nelle mire imprenditoriali di Cosa Nostra, grazie al ventaglio di opportunità di investimento che offre e che spaziano dai settori dell’edilizia, della ristorazione, delle sale da gioco dell’agroalimentare. Quest’ultimo ambito rappresenta uno dei business di riferimento delle consorterie, le quali, specie nel sud Pontino, hanno intessuto una solida rete di relazioni, funzionali al controllo delle attività commerciali e dei trasporti, anche coinvolgendo mediatori e professionisti del settore.
Con specifico riguardo al semestre in esame, sono emersi significativi canali di collegamento tra la Sicilia ed il Lazio,
per quanto riguarda l’approvvigionamento di sostanze stupefacenti. In particolare, risultava residente a Frosinone uno degli elementi di vertice di un sodalizio, attivo nell’importazione di stupefacenti dal Sud America, collegato alla famiglia di Brancaccio, sgominato nell’ambito della già citata operazione “Narcos”.