Piedimonte S.G., “Non era lì” scagionato dall’accusa dopo due anni di carcere

CASSINO. Non sono stati loro a picchiare per futili motivi un giovane del cassinate costretto per lungo tempo in ospedale a causa di gravi lesioni e poi deceduto buttatosi da un balcone due anni fa. La Corte d’Appello di Roma  e la Cassazione lo scorso 2 novembre hanno ribaltato la sentenza del Tribunale di Cassino che aveva condannato il quartetto a più di 3 anni di reclusione. In particolare uno dei 4, attraverso il suo avvocato, è riuscito a dimostrare che la sera del misfatto non era a Piedimonte, bensì in ospedale a trovare la sorella.

«Il mio cliente non ha mai avuto problemi ad ammettere le sue responsabilità – ha dichiarato l’avvocato dello scagionato ad Angela Nicoletti di TG24– ed anche in questo caso avrebbe fatto la stessa cosa. Il mio assistito è stato per due anni in carcere da innocente e per questo qualcuno deve pagare. Ho già avviato l’iter di risarcimento danni per ingiusta detenzione».

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