Il peccato originale di essere stranieri: alla riscoperta dell’intolleranza cassinate
di Simone Tescione
CASSINO. Tempi difficili per gli stranieri della città di Cassino. Se sei nero poi, basta pisciare fuori la tazza che succede il putiferio. Il solo fatto di essere forestiero, a volte basta anche solo essere di fuori Cassino, e subito si può argomentare il proprio dissenso con un bel coro di “via da qui!”. A prescindere.
E’ un filo rosso quello che lega l’assessore ai Lavori Pubblici Dana Tauwinkelova con un omone di colore non meglio identificato, che nella giornata di sabato ha avuto la genialata di espletare i propri bisogni all’aperto, per di più, nei pressi delle elementari di via Herold.
Iniziamo col dire che non si tratta di due casi sovrapponibili perché di matrice differente, ma che hanno i comuni denominatori risiedenti nel fatto che i protagonisti non siano italiani da una parte e nelle reazioni d’intolleranza suscitate da parte di qualcuno dall’altra. Nella vicenda riguardante l’assessore del comune di Cassino è stato un utente di facebook ad invitare la donna a far ritorno nel proprio paese (benché cittadina italiana) con un post, poi successivamente rimosso, a seguito del grande clamore che ha suscitato l’inopportuno intervento. Mettere di mezzo le origini di una persona non parlando del merito delle questioni è, chiaramente, da chi ha pochi argomenti.
Sull’altro fronte, ha scatenato un’accesa polemica, sempre sul social di Zuckemberg, il fatto che l’uomo di cui sopra abbia fatto pipì in pieno giorno all’aperto non curante di stare in bella vista. Fermo restando il gesto sbagliato (se proprio scappava, almeno si sarebbe potuto appartare), anche in questo caso il discorso si è spostato ben presto dal gesto alle origini dell’uomo, poi all’accoglienza che qualcuno contestava dimenticando pian pianino il fatto in sé. E pazienza se dalla fotografia che immortala l’uomo (riproposta qui di fianco) si vede benissimo che lì a terra erano stati abbandonati i rifiuti di una giornata di lavoro da parte di qualche ambulante del mercato. Ma quelli sono italiani e non suscitano indignazione.
Pare che essere straniero in questa terra, ma non è che sia molto differente nel resto d’Italia, da parte di più di qualcuno costituisca di per sé già un punto in meno nella scala di valutazione dei fatti. Sembra che lo stesso reato sia più grave se lo compia uno straniero, non si riesce proprio a condannare le cose nel merito. Se si è stranieri c’è l’aggravante.
Finché il problema sarà chi fa qualcosa e non ciò che ha commesso, non saremo mai dirci un popolo evoluto.