Libri – Affari e rapporti tesi in famiglia, “La Condanna” di Franz Kafka

di Martina Salvatore

Titolo: La Condanna

Autore: Franz Kafka

Quella di cui vi parliamo oggi è la prima raccolta di racconti di Franz Kafka, una delle pochissime ad essere pubblicata durante la sua vita. Notissimo autore nato nel 1883 a Praga in una famiglia ebraica, quando Praga era capitale del regno di Boemia e parte dell’Impero austroungarico.

Kafka scelse di scrivere in tedesco considerandola sua lingua madre. Il complicato rapporto con il padre e la sua estrazione ebraica influirono moltissimo sulla sua produzione letteraria, caratterizzata da forte introspezione, brutalità fisica ed emotiva, da smarrimento e angoscia nei confronti dell’esistenza. I suoi personaggi sono colti da crisi esistenziali e psicologiche dalle quali non si libereranno neanche alla fine delle opere.

I primi otto racconti apparvero nel 1908 nel primo numero della rivista letteraria Hyperion dal titolo Contemplazione. Continuò a pubblicare storie su questa rivista, compresa la novella che secondo i critici rappresenta la svolta creativa dello scrittore Praghese: La Condanna.

Si tratta della storia del rapporto travagliato di un figlio con il padre di fronte a nuove situazioni verificatesi dopo il fidanzamento del giovane. Kafka descrisse questo racconto come “l’apertura completa del corpo e dell’anima” una storia che “si è evoluta come una vera e propria nascita, coperta di sporcizia e melma”.

Greg, il protagonista è un giovane imprenditore mercantile dell’alta società che dopo la morte della madre riceve un forte colpo di fortuna negli affari. Mantiene un fitto rapporto con un amico al quale nasconde i suoi successi finanziare poiché da quando, quest’ultimo si è trasferito a Pietroburgo si trova in difficoltà economiche. Greg nasconde all’amico il suo imminente fidanzamento, nonostante la ragazza desiderasse conoscerlo.

In una lettera il protagonista confesserà la verità all’amico, ma prima di spedirla chiederà consiglio al padre che inizialmente appare pazzo: tra i due scoppia una lite furiosa che culmina con l’accusa paterna al figlio di essere diabolico di non tenere a lui e di non considerare la scomparsa della madre.

«”Cari genitori, pure vi ho sempre amati”, e si lasciò poi cadere giù. In quel momento sul ponte c’era un interminabile andirivieni di persone e di veicoli».

Consigliamo la lettura a chi tra i nostri lettori è più coraggioso, a chi non ha paura di impatterai in un’aspirale discendente di introspezione e sconvolgimenti emotivi.

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