CUS – Calce sarà capo delegazione ai mondiali universitari in Svizzera. Il 17 e 25 aprile l’appuntamento è con la Maratona in Carcere e quella di Primavera
CUS- Importante riconoscimento per il presidente Calce: in Svizzera il 7 aprile. Il 17 aprile la Maratona in Carcere e il 25 aprile quella di primavera.
CASSINO. Importante riconoscimento per il presidente del Cus Cassino, Carmine Calce. Il numero uno del Centro Universitario Sportivo di Cassino sarà capo delegazione ai campionati mondiali universitari di Cross Country che si terranno in Svizzera sabato 7 aprile.
Il Cus ha voluto così premiare l’importante lavoro che Calce sta svolgendo in ambito locale e nazianale: proprio Cassino, difatti, grazie all’impegno del Cus aveva ospitato i mondiali nel 2016. Il vice di Calce sarà Mauro Nasciuti e il tecnico Tiberti Tito.
A Cassino, nel 2016, fu un successo internazionale il mondiale di Cross Country disputato all’interno del Campus della Folcara, con circa 200 gli atleti provenienti da Giappone, Francia, Austria, Svizzera, Germania, Cina, Slovacchia, Algeria, Australia, Argentina, Turchia, Slovenia, Sri Lanka, Canada, Oman, Marocco, ISF, Gran Bretagna ed Italia.
Dalla prossima settimana, non appena rientrerà a Cassino, Calce sarà impegnato con la Maratona di Primavera, alla sua 28° edizione.
Un appuntamento da non perdere il 25 aprile.
Quest’anno, come già ormai da diversi anni, la Maratona di Primavera avrà una importante anteprima il 17 aprile alle ore 15:00 all’interno della casa circondariale San Domenico, dove decine e decine di detenuti parteciperanno all’evento.
«Per festeggiare i 28 anni della maratona di primavera che si terrà il 25 aprile in città- spiega il presidente del Cus- intendiamo tornare al San Domenico perché la sensibilità al sociale è nel DNA del nostro centro. “Facciamo fiorire la pace nella città per il mondo” del resto è da 28 anni lo slogan della maratona di primavera. E la pace, come lo sport, si inizia a praticare in casa. Lo sport si rivela, senza dubbio, un metodo molto efficace per conseguire la pace, perché va oltre qualsiasi differenza di lingua, razza, religione o opinione politica. È questa dunque l’ennesima dimostrazione del nostro modo di intendere lo sport: vincere nella vita, prima ancora che sul campo»- conclude Calce.