Cassino, si infiamma la campagna elettorale sull’acqua

CASSINO. Un ossimoroP_20160524_102009 voluto. Ultimo fine settimana di campagna elettorale prima dell’esame finale del 5 giugno per gli aspiranti sindaco del comune di Cassino che si apprestano a vivere una fine di campagna elettorale da acqua infuocata. La competizione si regge sull’imprescindibile tema di Acea e dell’imminente consegna degli impianti alla società romana come disposto dal Consiglio di Stato. I sei candidati hanno alternato accuse a soluzioni del problema.

Tullio Di Zazzo nel comizio di ieri sera, ha presentato due “provvedimenti” già stilati nel caso elezione: il primo è un’ordinanza di sospensione della consegna degli impianti ad Acea da imporre al commissario ad acta designato per dare operatività alla sentenza del Consiglio di Stato in caso di inottemperanza del Comune, in attesa della risoluzione del contenzioso con Acea stessa. Il secondo atto è la delibera di giunta che determinerebbe l’uscita dall’ATO 5 con la conseguente costituzione di un bacino idrografico autonomo in forza della legge 221 del 2015 che lo consentirebbe.

Francesco Mosillo, candidato del centrosinistra, continua la sua raccolta firme attraverso dei gazebo dislocati in diversi punti della città per diffidare il commissario ad acta nella ricognizione degli impianti idrici e nel procedimento di consegna degli stessi ad Acea.

Giuseppe Marrocco, invece, candidato a 5 Stelle, prende di petto il problema attaccando senza mezzi termini i suoi avversari alla poltrona di primo cittadino, invitando a diffidare da chi promette ma non può staccarsi da Acea e parla di inutile propaganda da parte di candidati sindaco che hanno interessi con la stessa società capitolina. Individua la soluzione nel distacco dalla stessa Acea sulla falsa riga di quanto fatto da De Magistriis a Napoli che ha calmierato in tal modo le tariffe idriche.

Vincenzo Durante, candidato dell’estrema sinistra, sostiene che non c’è la volontà politica soprattutto dalla regione di sanare il bubbone Acea. La sua proposta va nella direzione dell’uscita dall’ATO 5 e nella costituzione di un bacino idrico con Cassino capofila costituendo una società a totale capitale pubblico.

Carlo Maria D’Alessandro, candidato del centrodestra, si mostra sostanzialmente d’accordo sull’idea di creare una società pubblica che amministri l’acqua cassinate e lo dice nella marcia tenutasi sabato mattina nel centro città. Allo stesso tempo sostiene di voler stralciare l’accordo del ’96 col quale la prima amministrazione Petrarcone firmava la cessione ad Acea dell’acquedotto di Cassino.

Giuseppe Golini Petrarcone, sindaco uscente e altro candidato di centrosinistra, ribadisce che l’acquedotto non verrà consegnato ad Acea grazie alla legge 221 del 2015 che consentirebbe di mantenere l’acquedotto nelle mani della città.

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