Cassino, liquami rossastri in aperta campagna. Arriva la conferma dalle analisi: sono rifiuti industriali

CASSINO. E’ ancora emergenza ambientale a Cassino. Ancora un sito da bonificare come da troppo tempo denunciano gli ambientalisti della città. Lo scorso aprile venne rinvenuto del liquido rossastro nei canali di scolo di una vasta area ad est a di Cassino al confine con il comune di S. Elia Fiumerapido. Le analisi eseguite dall’Arpa Lazio hanno accertato ciò che si sospettava: trattasi di scarichi industriali.

Nel pomeriggio di ieri è stato eseguito un sopralluogo da parte di alcuni elementi della Consulta Ambiente come Edoardo Grossi, Salvatore Avella e Francesco Altieri assieme al vicesindaco Carmelo Palombo e l’assessore all’ambiente Dana Tauwinkelova per rendersi conto in prima persona della gravità della situazione. Inoltre risultano abbandonati anche rifiuti speciali.

Per settimana prossima si attende la convocazione della consulta Ambiente per prendere decisioni immediate sulla bonifica delle aree.

Quella ambientale sta assumendo sempre più i tratti dell’emergenza: dai presunti (ma neanche tanto) incavi stile Terra dei Fuochi, ai siti ancora da bonificare come la discarica Panaccioni e l’ex Marini; il cassinate sembra essere una vera e propria bomba ecologica. Se a questo ci si mette la presenza delle discariche di Colfelice e Roccasecca e il termocombustore di S. Vittore del Lazio, la situazione appare ancora più critica. Inoltre è in atto la disputa del concernente il nuovo impianto di compostaggio di Ruscito a Piedimonte S. Germano dove non appare remota la possibilità che si faccia.

E del Registro dei Tumori neanche l’ombra, nonostante sia stata approvata la sua costituzione in regione: non si vedono i finanziamenti.