Cassino, debiti comunali: Salera chiede confronto pubblico. Langiano: “Ci sono sedi opportune”. Ranaldi: “Debito siamo nel baratro”

CASSINO. Continua a tenere banco la questione dello stato di salute delle casse comunali di Cassino. Intervengono due esponenti di maggioranza, Gianrico Langiano e Alessio Ranaldi, per replicare agli inviti a partecipare ad un confronto pubblico mossi dell’ex responsabile del tesoro Enzo Salera dell’ultima amministrazione, quella Petrarcone.

Gianrico Langiano
Gianrico Langiano

«Qualora (Salera ndr) abbia voglia di confrontarsi l’ex assessore al bilancio, può farlo tranquillamente nelle sedi opportune, come ad esempio la Commissione Bilancio, che sia Salera che Petrarcone hanno disertato quando all’ordine del giorno c’era il riconoscimento di ulteriori debiti fuori bilancio- afferma Langiano presidente della Commissione Bilancio- abbiamo capito che per loro parlare attraverso gli organi di informazione sia più facile perché non esiste un vero e proprio contraddittorio, ma si dovrebbe almeno avere il coraggio di dire il proprio pensiero dove i cittadini, attraverso il loro voto, hanno deciso sia opportuno. In quanto questo confronto sulla carta stampata e suoi social appaga solo le manie di protagonismo di alcuni. Il bilancio di Cassino si trova in condizione di pre-dissesto a cui vanno aggiunti tutti i debiti che man mano stiamo portando alla luce. Quindi una situazione al limite del baratro. Ci fa sorridere il fatto che il consigliere comunale Enzo Salera richieda un confronto pubblico, quando per quattro anni e mezzo l’amministrazione guidata da Petrarcone ha disertato qualsiasi tipo di contraddittorio».

Arriva anche Alessio Ranaldi a dare manforte al compagno di coalizione parlando di risanamento sulla pelle dei

Enzo Salera
Enzo Salera

nostri figli: «Occorre fare alcune precisazioni dopo l’ennesimo intervento del consigliere comunale Enzo Salera che ancora si spaccia per “risanatore” del bilancio del comune di Cassino. Ricordo, infatti, che l’ente di piazza De Gasperi ha aderito nel 2013 al decreto “Spalmadebiti”, quindi tutto il passivo non è stato sanato ma soltanto spalmato negli anni e sulle teste dei nostri figli. L’ex assessore dice che il suo piano di riequilibrio è stato anche approvato dalla corte dei conti, ma omette di dire che tutti i programmi relativi al decreto su citato sono stati validati dall’ente in questione-dichiara- la maggior parte dei com

uni d’Italia ha aderito allo “Spalmadebiti”, quindi il buon Salera non si è inventato niente, per accedere al fondo di rotazione. Questo però ha comportato di dover pagare delle passività ogni semestre che sono anche molto elevate. Ma non finisce qui. Nel 2011 quando l’amministrazione Petrarcone si è insediata, ha cancellato dai residui attivi circa 10 milioni di euro di crediti vantati nei confronti della regione e che erano regolarmente riportati nel partitario regionale. Sempre nello stesso anno agli inizi di novembre hanno fatto una variazione di bilancio specifica che ha aumentato la spesa corrente del Comune di circa 7 milioni di euro. Inoltre dal 2013, anno in cui il comune ha aderito allo spalma debiti fino al 1 gennaio 2015, sono riusciti a produrre un ulteriore disavanzo di amministrazione di 6 milioni e 335 mila euro. Portando quindi il debito dell’ente da 11 milioni a 18 milioni. Pertanto, quando si parla “di essere sull’orlo del baratro” di certo la precedente amministrazione ha delle buone responsabilità, perché per cinque anni oltre a raccontare le solite favolette sui debiti del comune, che anche loro, come abbiamo visto nello scorso consiglio comunale, hanno cercato di nascondere fino all’ultimo, sono riusciti a produrre circa 13 milioni di euro di passivo. Voglio inoltre ricordare a Salera, in merito ai debito fuori bilancio che il Dirigente del servizio ragioneria in sede di consiglio comunale ha espressamente dichiarato l’esistenza di passività potenziali superiori al milione di euro che dice di aver accantonato. La cosa più grave sul debito riconosciuto da 754 mila euro è che la Presidenza del Consiglio dei Ministri, in risposta alla richiesta di rateizzazione della somma, ha rimproverato il comune di non essersi mosso prima e di non aver instaurato con l’organo di governo nessun rapporto su come spalmare nel corso degli anni questo passivo».

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