Cassino, caso City Toys: indagini chiuse, il reato è di truffa continuata in concorso

CASSINO. La storia suscitò non poco clamore quando, circa un anno fa, scoppiò il caso della vendita di prodotti high tech a prezzi più che irrisori rispetto a quelli di mercato, da parte di un commerciante di Cassino, il quale dopo le prime consegne avrebbe intascato il corrispettivo senza più consegnare i prodotti.

Il fatto stuzzicò l’interesse anche di “Striscia la notizia”, con l’inviato Luca Abete che arrivò in città a caccia dell’imprenditore, che puntualmente trovò, e al quale strappò la promessa della restituzione del malloppo.

La Procura ha chiuso le indagini eiPhone_7_illustration_Yasser_Farahi_1000e l’imprenditore, assieme a quattro suoi concorrenti, ora dovrà rispondere di truffa continuata in concorso. Il reato si sarebbe articolato come segue: City Toys, attività dell’imprenditore, pubblicizzava massicciamente su internet dei prodotti tecnologicamente ambitissimi a prezzi del tutto fuori mercato, i clienti chiaramente attratti, ricaricavano una post pay sulla quale effettuare il pagamento anticipatamente. I primissimi affari si conclusero con soddisfazione per i clienti, i quali fecero un doppio affare: acquistare il prodotto ai prezzi effettivamente pubblicizzati e il non essere stati vittima di raggiro. Sì, perché poi il negoziante ha continuato a prendere ordinativi, e quindi soldi, non consegnando più quanto impegnatosi a fare. Da una apparente inadempienza contrattuale ben presto si arrivò a determinare un vero e proprio raggiro teso alla truffa.

Non furono isolati i casi che videro presentarsi in carne ed ossa i reclamanti acquirenti in negozio, ma la risposta sarebbe stata sempre quella indirizzata a prender tempo prima di sparire quando l’aria si sarebbe fatta troppo pesante. Da lì anche la denuncia al tg satirico di Canale 5.

A distanza di un anno la Procura ha chiuso le indagini contestando per l’imprenditore cassinate di origini campane ed a 4 suoi concorrenti, il reati di truffa continuata in concorso. Gli indagati, ora, avranno 20 giorni di tempo per produrre le loro memorie difensive e spiegare la loro versione dei fatti.

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