Cassino- Acea, Langiano: “Recesso pericoloso per gli stessi cittadini, risoluzione strada maestra”
CASSINO. «Credo sia indispensabile che tutti coloro, comitati, cittadini e istituzioni che hanno come obiettivo quello che l’acqua torni ad essere pubblica, siano tutti coesi e a prescindere dalle fazioni politiche, viaggino tutti insieme verso questa meta- a dichiaralo è il Consigliere comunale con delega al Commercio Gianrico Langiano in una nota dove afferma che- questa amministrazione è convinta che occorre proseguire il percorso segnato dai 33 sindaci della Provincia di Frosinone, tra cui il nostro primo cittadino Carlo Maria D’Alessandro, che ai sensi all’articolo 34 della convenzione tra il gestore privato e l’ATO 5, hanno votato la risoluzione del contratto con ACEA. Questa è la strada maestra, questo è il sentiero che dobbiamo percorrere per riuscire a ripubblicizzare l’acqua. L’ipotesi di recesso e riscatto di cui all’art. 35 della suddetta convenzione, proposto da alcuni cittadini, non può essere la soluzione perché esporrebbe tutti a dei rischi importanti. La società romana potrebbe chiedere dei risarcimenti che, comunque, poi ricadranno sulla testa della cittadinanza».
«Credo, inoltre, che il nervosismo manifestato dai consiglieri comunali Terranova, Petrarcone e Salera testimoni la loro difficoltà a giustificare l’abbandono dell’aula in occasione dell’approvazione dell’ordine del giorno sul caso Acea nello scorso Consiglio comunale. Ma d’altra parte, su questa vicenda, sono scappati non costituendosi in giudizio dinanzi al Tar, scappano ora e continueranno a farlo per il resto della loro vita politica. A testimonianza del loro atto insensato in assise, c’è documentazione fotografica in cui si evince, nella conferenza dei capo gruppo per la stesura dell’ordine del giorno, che il consigliere Alessandro D’Ambrosio scriveva le modifiche proposte dall’opposizione sotto dettatura dell’ex sindaco Petrarcone. Non ci sono scuse, ancora una volta questa parte dell’opposizione, tra l’altro ormai isolata, ha mostrato i caratteri distintivi venuti alla luce durante la loro amministrazione, ovvero irresponsabilità e inconcludenza».