Cassino- Acea. Consiglio infuocato, zero risultato

di Simone Tescione

Si annunciava combattuto il Consiglio Comunale di ieri con all’ordine del giorno il caso Acea, e così è stato. Momenti di tensione si sono vissuti nell’assise civica per la cruda protesta di diversi attivisti andati a chiedere il conto del prossimo passaggio dell’acquedotto comunale del centro città nelle ingolosite mani di Acea.

CASSINO. Ieri era il giorno dell’adunata davanti il municipio del No Acea, indetto dai principali organizzatori Renato De Sanctis e Marina Palma, andati a chiedere in Comune un gesto di disobbedienza per scongiurare l’inesorabile arrivo della multinazionale dell’acqua che prenderà possesso interamente del secondo bacino idrico d’Europa. Un’assise nella quale non sono mancati momenti di tensione nell’incapiente sala consiliare dove in decine hanno gridato il loro disappunto contro le promesse disattese dell’attuale amministrazione sul fronte acqua, e non risparmiando neanche aspre critiche contro quella passata.

La sommossa popolare auspicata dagli organizzatori della protesta, Sostieni la ricerca in Neuromed: Metti la tua firma sul futuro della ricerca Sanitariatocca dirlo, non c’è stata: 3-400 persone al massimo hanno ascoltato la prima parte del dibattimento in piazza De Gasperi grazie ad una cassa per l’amplificazione sistemata ad hoc.

Il lunghissimo excursus con cui D’Alessandro ha aperto i lavori e ricostruito minuziosamente la vicenda dell’acquedotto cassinate, ha fatto registrare insofferenza nell’uditorio che chiedeva (anche in maniera molto diretta e colorita) risposte per il futuro dato che sabato l’altro ci si troverà col nuovo gestore. Tradotto: arriveranno bollette salate, che intendete fare adesso? Questo il sentimento della gente.

La risposta è arrivata dopo un’interminabile ricostruzione della vicenda: la strada maestra, secondo D’Alessandro, è la risoluzione contrattuale da Acea e la determinazione di una società di gestione in house dell’acqua. Aritradotto: intanto Acea prenderà possesso degli impianti il 1 luglio e comincerà a fare il proprio lavoro, poi dovrebbe essere votata una risoluzione del contratto in Assemblea dei Sindaci (a maggioranza di teste e di popolazione rappresentata) e poi l’uscita dall’Ato 5. Un percorso molto tortuoso che dovrà incontrare veti e volontà politiche che, si sa, non sono tutte concordanti, anzi. Acea, come tutte le municipalizzate, è un serbatoio di voti e interessi che spesso e volentieri cozzano con quelli della gente che scende in piazza.

Ariritradotto: è un po’ il discorso del cetriolo e dell’ortolano…

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