Cassino 2016, ultimo confronto tra i candidati a sindaco. Ma Petrarcone Mosillo disertano. Franco furioso
CASSINO. Si è svolto nella cornice del Teatro Manzoni di Cassino l’ultimo dibattito pubblico tra i candidati alla fascia tricolore della Città Martire. L’evento promosso ed organizzato da Egidio Franco, ha inteso mettere occhi negli occhi per l’ultima volta i concorrenti allo scranno più alto del palazzo di piazza De Gasperi, a 3 giorni dal voto. All’appello non hanno risposto Francesco Mosillo che in una nota ha motivato l’assenza con i troppi impegni elettorali in corso, e il sindaco uscente Giuseppe Golini Petrarcone le cui poltrone sono rimaste inesorabilmente vuote, tra l’irritazione per nulla celata, di Franco.
E parte proprio dall’organizzatore il primo affondo del pomeriggio: “Chi non è su quella poltrona non merita essere votato”- tuona laconico.
Davanti ad un’ottantina di presenti i vari candidati hanno tracciato i contorni della città che immaginano regalare ai cittadini, non disdegnando attacchi contro l’attuale amministrazione. Infatti l’intervento di Petrarcone avrebbe reso sicuramente molto più pepato un confronto che si è rivelato essere monco, senza le risposte della parte accusata.
I temi di Acea, debiti comunali e rilancio del territorio hanno riempito i 3 minuti (come da format) che ogni ospite aveva a sua disposizione. Sull’acqua tutti i candidati sono stati sostanzialmente d’accordo sul resistere alla sentenza del Consiglio di Stato e creare una società ad hoc che gestisca l’importante risorsa territoriale. Le posizioni sono state grossomodo simili anche sulla querelle debito comunale: “Lo spalmamento non è risanamento” -tuonano i candidati contro Petrarcone, ma solo Marrocco si è speso per a favore di un dissesto che comunque non può essere dichiarato. “Di fatto lo siamo in dissesto- dicono in coro Di Zazzo e D’Alessandro- abbiamo le tariffe al massimo ed un debito pluriennale”- sono le stoccate; mentre Durante parla di debiti pagati con altri debiti e sventola una mozione proposta per “gravi irregolarità contabili emerse da un controllo della Corte dei Conti di cui il sindaco ne ha fatto carta straccia”- sostiene il leader di Riscossa Popolare.
Un po’ meno standardizzate sono state le risposte alla domanda venuta dal pubblico e cioè sul chi finanzi le rispettive campagne elettorali. D’Alessandro non ha fatto nomi (non rispondendo di fatto al quesito), limitandosi a sottolineare solamente la trasparenza del conto corrente dedicato e specificando di non avere avuto soldi dai partiti. Marrocco, in perfetto stile 5 Stelle, dice di autofinanziarsi tramite serate a tema dedicate; mentre Di Zazzo sostiene di reggersi sulle proprie forze e su una massiccia dose di volontariato; Durante coi suoi 700 euro spesi fino ad ora, dichiara di aver preso dei contributi dai militanti.
Non è mancato il sociale nel dibattito, a cui i candidati, in modo diverso, hanno risposto “presente” in termini di progetti. Marrocco propone uno dei cavalli di battaglia del M5S ovvero il reddito di cittadinanza con una graduatoria che motivi gli esclusi e il baratto amministrativo. La ricetta di D’Alessandro è l’istituzione del fondo “Sosteniamo” destinato alle famiglie in difficoltà e con gravi portatori di handicap, le quali dovranno anche essere esonerate dal pagamento di IMU e TARI. Questo fondo sarebbe alimentato coi tagli dell’indennità di carica dei suoi eletti e dalla razionalizzazione di spese già individuate. Di Zazzo punta, invece, sui buoni lavoro come risposta in prima battuta per far rifiatare i nuclei familiari in difficoltà. Inoltre dice di voler incentivare i bandi pubblici. Durante parla di stato di emergenza e intende violare quelle (non precisate) regole che oggi hanno creato disparità nella società.