Calcio. Europei, l’Italia dà una lezione la Spagna ed anche a Cassino è festa
di Simone Tescione
CASSINO. Conte dà una lezione di calcio ad una Spagna più forte (sulla carta), conquista i quarti di finale degli Europei di Francia e l’Italia fa festa. Cominciano i primi timidi caroselli per le strade, anche a Cassino, dove in diverse decine di tifosi si sono riversate per le vie della Città Martire tra urla festanti, inni nazionali improvvisati e sfottò agli iberici ai quali solo a fine gara è stato concesso l’onore di calciare verso la porta di Sua Maestà Buffon, che dimostrava che il talento non invecchia, esaltandosi coi riflessi di un giovanotto e con la faccia che sembrasse dire “Dai, poi vi faccio segnare. Forse”.
Una partita pazzesca degli azzurri che imbrigliavano Iniesta e soci che praticamente là davanti non la strusciavano mai nel primo tempo, costruendo azioni dettate più dalla disperazione che dalla solita qualità, solo sul finale a qualificazione quasi sfuggita.
Pronti-via e l’approccio degli azzurri era quello giusto: pressing alto, verticalizzazioni e velocità. Spagna stonata nella testa e nell’orgoglio quando, probabilmente, non aspettava dei ritmi così alti: reattività, potenza e intensità facevano da propulsore per un’Italia che aveva il solo difetto di non riuscire a concretizzare la mole di occasioni prodotte. Oltre alle reti, altre 3/4 palle gol venivano create per arrotondare un punteggio che decideva di sorridere definitivamente agli azzurri solo a 1′ dalla fine. Del Bosque preparava il solito rallentato tiki taka a sfinire gli avversari e colpirli quando non ne potevano più. Ma ecco che zio De Rossi vestiva gli abiti a festa e là in mezzo se la comandava, Pellè indossava l’armatura per difendere il pallone tra Piquè e Sergio Ramos, Eder buttava il sangue, il blocco Juve faceva capire che non lavorava in aeronautica solo perchè non ne ha fatto domande: le palle alte (e pure quelle basse) erano tutte le loro. Ed ecco che dopo un palo, un miracolo di De Gea ci volevano 2 tiri in un’azione per fare gol e la sbloccava con Chiellini a fine primo tempo. Nella ripresa è sofferenza, ma più per un possesso palla passivo che per le azioni spagnole, riducendo la tattica ad un italianissimo contenere e ripartenze. Ma quando Buffon decide che passiamo noi con un miracolo su Piquè a pochi minuti dal termine, ecco che Pellè sfonda la porta nello stesso modo in cui già lo fece col Belgio.
E via con la festa.