Calcio – Cassino, rischio porte chiuse per prossima stagione: domani vertice in Comune
di Simone Tescione
Ad oggi il Cassino non può ospitare i tifosi nel proprio stadio perché manca l’agibilità.
CASSINO. Di tutto si può parlare tranne che di fulmine a ciel sereno in casa Cassino per la questione-stadio. Al “Salveti” manca la messa in sicurezza della parte relativa alla tribuna che rischia di far disputare ai biancazzurri un’intera stagione senza pubblico, allo stato dell’arte.
Questo problema non si sta manifestando solo da oggi, fu sollevato da un sopralluogo dei vigili del fuoco ed ha riguardato già la stagione che da poco si è chiusa. Tuttavia si è riuscito a bypassare l’imposizione con una serie di proroghe dell’agibilità che, di domenica in domenica, assicurava la presenza dei supporters biancazzurri al fianco della squadra.
Quello che servirebbe tecnicamente al vecchio Comunale sarebbero delle scalette che dalla tribuna scendono verso il campo da gioco, un’infrastruttura che assicurerebbe un’ulteriore via di fuga a quella principale nel caso ve ne fosse l’impellenza.
Con la stagione 2017-18 chiusa e quella 2018-19 che già spinge alle porte, come si suol dire, tutti i nodi vengono al pettine e la questione stadio non è da meno.
La Lega ha fatto sapere che intende ricevere nel plico d’iscrizione anche tale agibilità, in assenza della quale, il Cassino dovrebbe rinunciare al suo pubblico negli incontri casalinghi o trasferirsi a giocare le gare interne altrove.
Per scongiurare queste ipotesi, domani mattina alle 11 ci sarà un vertice in Comune tra il presidente del Cassino calcio Nicandro Rossi e il sindaco della Città Martire Carlo Maria D’Alessandro dove si farà il punto della situazione e s’abbozzerà un piano d’interventi.
Situazione tutt’altro che agevole perché le casse comunali sono praticamente vuote alla luce del maxi debito che colloca l’ente di piazza De Gasperi ad un passo dal default. Rossi allo stesso tempo non vuole sobbarcarsi l’intero onere della spesa che si aggirerebbe, secondo voci di corridoio, a circa 200mila euro.