Acea, Petrarcone cade dal pero: «Amministrazione incapace ma brava a fare selfie e propaganda»

CASSINO. Ora che la frittata è fatta e per colpa della miopia della classe politica cassinate, pure l’acquedotto di centro città è finito nelle mani di Acea, impoverendo di fatto le famiglie di Cassino costrette a pagare bollette salatissime, arrivano la reazione dell’opposizione targata dall’ex sindaco Peppino Petrarcone.

«La sentenza del Consiglio di Stato, purtroppo, in considerazione di quella che è la normativa nazionale, non è assolutamente una sorpresa- riporta l’Inchiesta stamattina a seguito di una nota firmata oltre che dall’ex primo cittadino pure dai consiglieri, Grossi, D’Ambrosio, Salera e Terranova- quello che sorprende è il continuo atteggiamento propagandistico di un’amministrazione che sul delicatissimo tema dell’acqua pubblica ha continuato a fare annunci e proclami che non si sono mai concretizzati in atti pratici. Basti pensare che in tre mesi al di là dei quotidiani selfie con cui riempiono i social network, l’amministrazione D’Alessandro non ha fatto un solo atto deliberativo che abbia rilevanza. Ancor meno è stato fatto contro Acea, argomento sul quale le strumentalizzazioni iniziali hanno lasciato il posto al completo immobilismo di una giunta che non è stata capace di proporre nessuna soluzione concreta ad un problema importante come quello che riguarda la gestione degli impianti idrici cittadini».

«E’ sufficiente ricordare- continuano i cinque dell’opposizione- che l’unico vero provvedimento efficace  è stato preso grazie ad una proposta del nostro gruppo di opposizione che nel corso dell’ultimo consiglio comunale, avente all’ordine del giorno proprio la questione Acea ha chiesto di integrare la delibera sull’acqua tramite richiesta di costituzione davanti al Consiglio di Stato con un incidente di esecuzione, per ottenere la revoca o la sospensione del commissario ad acta sulla base di due elementi fondamentali: sul piano giuridico, la sopravvenuta normativa con particolare riferimento alla legge« 221/2015, mentre sul piano tecnico, la convenzione stipulata dall’amministrazione Petrarcone con l’acquedotto campano per la cessione gratuita di 200 litri al secondo. Se è vero che il primo punto è venuto meno a causa dell’insediamento del commissario ad acta, che il sindaco ha ben pensato di tenere nascosto anche al consiglio comunale, è altrettanto vero che allo stato attuale delle cose la convenzione con l’acquedotto campano per la cessione di 200 l/s è l’ultimo spiraglio rimasto. Oggi ci troviamo davanti ad una sentenza il cui esito era purtroppo scontato. Quello che veramente lascia basiti è il comportamento di un sindaco che in tutto questo periodo ha continuato a raccontare bugie ai cittadini, senza di fatto far nulla di concreto per evitare la riconsegna degli impianti. L’acqua è un tema su cui non esistono divisioni politiche di alcun tipo e come opposizione, cosi come fatto negli anni precedenti, porteremo avanti ogni tipo di iniziativa per fare modo che non solo il centro cittadino, ma pure le periferie (già Acea da tempo) costantemente dimenticate da questa amministrazione, almeno per quanto riguarda il problema acqua, vengano fuori da una gestione privata che ha dimostrato essere lacunosa e non adeguata. Atti concreti, quindi, non chiacchiere e selfie».

Petrarcone e compagni non si lasciano sfuggire l’occasione per praticare il loro hobby preferito: quello di attaccare il sindaco D’Alessandro che  nella graduatoria delle responsabilità per il pasticcio dell’acqua, ne ha molte meno di loro che hanno governato negli ultimi 5 anni non presentandosi neanche in giudizio quando la partita era ancora da giocare. Con ogni probabilità è lì che si è persa la partita.

Come se valesse la regola che la ragione è dalla parte di chi strilla più forte.

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