Acea, il caso sbarca in diretta nazionale su Rete 4. I cittadini: «Pronti alla rivolta popolare»
CASSINO. Ieri sera sono giunte a Cassino le telecamere di “Dalla vostra parte” di Rete 4 per indagare sul caso Acea e il trasferimento degli impianti di distribuzione idrica del centro città nelle mani della società romana. Approdato ormai anche sulle cronache nazionali, alle 20.30 di ieri il sindaco di Cassino Carlo Maria D’Alessandro ha manifestato in diretta nazionale la volontà di non mollare neanche in presenza di sentenze che danno il comune per soccombente in ragione di un doppio giudizio.
Ma non solo il sindaco, anche tanti cittadini martoriati hanno fatto le proprie rimostranze allo studio del conduttore Maurizio Belpietro e i suoi ospiti. Come da format, un servizio di presentazione della situazione in città ha illustrato la doppia gestione periferie-centro; e via con bollette dai tre ai quattro zeri in bella vista pretese da Acea. Ma ciò che spaventa, e forse questo aspetto è stato scarsamente risaltato, è che il servizio offerto dalla partecipata del comune di Roma è decisamente scadente oltre che esoso.
Uno dei casi simbolo è stato quello della proprietaria di un bar di periferia: «A giugno 2015 mi è arrivata la bolletta idrica di Acea riguardante l’anno 2009 di ben 9 mila euro frutto, secondo l’azienda, di un’eccedenza di consumo pari a 3.000 metri cubi. Ma io non ho mai alterato il mio modo di lavorare»- dice la giovane esercente riunita per la diretta da piazza De Gasperi davanti il municipio. Da panico.
Ma il clou della trasmissione si è registrato nell’acceso dialogo tra D’Alessandro e Gianfranco Librandi di Scelta Civica (eh sì ancora esiste il partito di Monti ed è al governo). «Sebbene siamo soccombenti perché non vi è stata la costituzione in giudizio da parte della passata amministrazione- spiega il sindaco di Cassino- non abbiamo intenzione di cedere ad Acea i nostri acquedotti del centro e subire questi trattamenti. E’ una battaglia che non ha colore politico». Il rappresentante della maggioranza di governo, in risposta, dopo un piccola intro di facciata dedicata al fatto che bollette del genere non possono arrivare; proponendosi, molto flebilmente, come deputato a verificare situazioni del genere, ha tuttavia incredibilmente replicato rigirando la frittata: «Le bollette vanno pagate comunque- dice- si tengano sotto controllo i consumi». Quindi la colpa è dei cittadini. Ma lo stesso Librandi aggiungeva: «Se il sindaco non vuole cedere gli impianti è fuori legge e deve dimettersi».
Ma la situazione si faceva tesa quando l’altra rappresentante di governo, Alessia Rotta del PD, cercava di rispondere in politichese stretto circa il rispetto del referendum sulla pubblicizzazione dell’acqua del 2011 parlando tramite decreti e atti tecnici. «Il privato non funziona, l’acqua di Acea costa di più, chiuderanno tante aziende e ci sarà un rivolta popolare- tuonava piazza De Gasperi.