Abbandono animali, il fenomeno non è solo estivo: allo studio inasprimenti delle pene tra arresti e multe
di Zar
CASSINO. L’opinione comune tende a sottovalutare il problema dell’abbandono, pensando che sia un fenomeno circoscritto al periodo estivo. Purtroppo questo non è legato solo alla stagionalità (estiva) e né all’andare in vacanza, ma ad una cattiva educazione socio-culturale. L’introduzione di alcune norme ha progressivamente condotto ad una maggiore tutela dell’animale in quanto essere vivente e senziente. Ma la strada per la difesa dei diritti degli animali è ancora molto lunga.
Dopo la proposta di legge di Vittorio Ferranesi e Paolo Bernini (M5S), in materia di tutela degli animali sull’asprimento delle pene per chi maltratta gli animali, un’altra proposta di legge prevede la modifica dell’art. 727 del codice penale sull’abbandono degli animali a firma Matarrese, Vargiu, Dambruso, Vezzali e Piepoli (SCPI), è stata assegnata alla II Commissione di Giustizia.
Nella proposta di legge di Matarrese presentata in Parlamento, infatti, si propone il raddoppiamento dell’ammenda già prevista e l’introduzione di un nuovo comma che prevede due pene accessorie, che dispongono, per chi abbandona il proprio animale, la condanna a pagare anche le spese di soggiorno e le cure necessarie della struttura ospitante l’animale fino al suo successivo affidamento, inoltre, i reo possono subire il divieto di possesso di qualsiasi animale per un periodo di due anni.
“Appare evidente che la norma si rivela, nei fatti, ancora poco incisiva in termini di intimidazione e deterrenza poiché se la pena massima per l’arresto limitata a un anno sembra ragionevole altrettanto può dirsi per la sanzione pecuniaria che, anche nel comune sentire non è adeguatamente commisurata al tipo di reato commesso- si legge nella relazione al testo per la modifica della legge sull’abbandono, che continua -pur convinti del fatto che la migliore soluzione per combattere questo genere di reati è la prevenzione tramite l’educazione e il progresso culturale, affidati in questo caso a chi ha il compito di formare le coscienze degli esseri umani nell’ambito dei contesti sociali, istituzionali nonché familiari e scolastici affinché possano giungere tutti alla piena consapevolezza della pietà verso gli animali e alla considerazione degli stessi in quanto esseri viventi e senzienti, la presente proposta di legge intende comunque modificare l’articolo 727 del codice penale raddoppiando l’ammenda già prevista e introducendo un nuovo comma che prevede due pene accessorie”.
Ad oggi la legge, infatti, dispone per chi si macchia del reato di abbandono di animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività, la punizione con l’arresto fino ad un anno o con una ammenda da mille a 10mila euro. La stessa pena è attuabile a chiunque possiede animali in condizioni incompatibili con la propria natura e riproduttive di gravi sofferenze.
Nel disegno di legge la prima sanzione accessoria, che prevede la possibilità per il giudice di obbligare il condannato a provvedere al soggiorno ed al sostentamento alimentare e sanitario dell’animale presso un’adeguata struttura pubblica o privata fino al successivo affidamento, vede “tale pena adeguata soprattutto in considerazione del fatto che tende a ridurre le risorse pubbliche impiegate per la gestione degli animali nelle strutture che li ospitano”.
Con questa frase, sempre tratta dalla relazione del testo per la modifica di legge, sembra ancora lunga la strada da fare per “l’educazione e il progresso culturale”, volendo usare le loro parole, che porti la nostra società verso il rispetto per qualsiasi essere vivente.
Ma che lo facciano per i soldi o per altri motivi, l’auspicio è che lo facciano. E anche in fretta.